
Il pizzo della regina Anna (Queen Ann’s lace – Daucus carota) in un vaso di fiori sul tavolo della cucina
Quando penso ad un giardino da progettare, non lo immagino mai come una tabula rasa dove qualsiasi pianta spontanea è stata eliminata solo perché non rientra tra quelle tanto acclamate e consigliate su qualche catalogo.
Le piante spontanee, anche quelle infestanti, non sono da estirpare a prescindere e ci dovrebbe soffermare su ciascuna, sui suoi colori e i suoi tratti, cercando di studiare il modo giusto per integrarla con arbusti o piante in modo che rimanga nel luogo in cui è nata e valorizzi ciò che si va a mettere di nuovo.
Il trifoglio (Trifolium), per esempio, ha un fiore splendido, come anche l’ Achillea, la Scabiosa (quest’ultima viene anche venduta nei vivai).
Quando si ha a disposizione questo pratrimonio, è un peccato sprecarlo e perdere l’occasione di sfruttarlo per valorizzare il proprio giardino dandogli, tra l’altro, quell’aria naturale e spontanea che gli fa così bene.
C’è un’erba, in particolare, che ha il portamento perfetto per accompagnare in una bordura arbusti e altri fiori. Si chiama Daucus Carota, ma gli inglesi hanno saputo rendergli onore chiamandola con un nome ben più romantico: Queen Ann’s lace (Il pizzo della regina Anna).
Hanno avuto ragione, i suoi fiori formano la trama di un merletto e, a tratti, sembra un’ortensia in miniatura. E’ bella, infatti, come contorno ad una Ortensia Annabelle, dello stesso bianco, in una bordura a mezz’ombra. O da far risaltare sopra ad un letto composto dai piccoli fiori rosa di Phlox, per poi tagliarla e riempire un vaso della sua nuvola bianca.
Rimane un solo problema: ricordarsi che è un fiore. E non un pizzo.